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Il nostro ristoro

Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio“.

San Paolo Apostolo (2Cor 4,7-15)

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Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

(Salmo 125)

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L’ultimo giorno del mondo si celebrerà ancora la Messa e l’ultima voce che risuonerà sulla terra sarà la voce di quel Cuore che, immolandosi nell’Ostia Santa, dirà al Padre: ‘Invoco, o Padre, per il mondo un’ultima onda di misericordia; invoco per il mondo un’ultima benedizione e il tuo perdono “.

(Mons. Fabozzi)